Il Convento di Ancona*

Fu qualche settimana dopo il ritiro delle deleghe a Philalettes che Artephius (O.U. Zasio) ritenne di chiamare a sé un amico di sempre che, fin’allora, aveva rifiutato di accettare cariche di qualsiasi genere. Accennandogli vagamente all’accaduto lo pregò di voler procedere a una revisione e anche a una sommaria catalogazione dell’Archivio. Dopo una riunione, presenti la sorella Myriam e il fratello Ornitius, sentiti in separata sede i fratelli Carolus, Espero, Delphus, Alcione e Marius, fu deciso di soprassedere ad ogni iniziativa tenendosi a contatto con un gruppo che agiva a Rovigo e con Capj Neth Schin (Shabecon), che avevano contatti con Philalettes, seguendo quest’ultimo anche a mezzo dei suoi rapporti col “Droit humain” nel quale ricopriva il diciottesimo grado del Rito Scozzese Antico Accettato.

Sorvoliamo su quanto si verificò da quel momento fino all’aprile 1961 quando il Superiore Incognito Mercurius (Brunelli) (del quale non si avevano più notizie dal settembre 1958, e che era stato iniziato da Philalettes) si rivolse al Gran Maestro chiedendogli se fosse vero che il Capo del Martinismo era lui e non il Philalettes. Uno scambio di lettere provocò l’invio , da parte di Mercurius (Brunelli) del seguente documento che – a quanto scriveva lo stesso Mercurius (Brunelli) – era stato inviato in Francia dove il Philalettes aveva ottenuto riconoscimenti e la nomina a Gran Maestro italiano del Martinismo facente capo al figlio di Papus nonché l’incarico di presidente in Italia dei Centri Cohen Associati. Diceva il documento: “Nello stesso periodo (1958) anche il conte Zasio (Artephius) limitava i poteri del Philalettes nel seno del Collegio dei SS.II. dell’Ordine Martinista e degli Eletti Cohen d’Italia, che deteneva la regolare e legittima filiazione martinista italiana secondo la linea Papus-Banti-Sacchi-Allegri (Flamelicus) (1). Tali insegnamenti di vita, evidentemente non erano sufficienti per cui, incontratosi col fratello Hermete si dichiarava autorevole esponente del Martinismo italiano capace di reinserire nella corrente tradizionale ben 300 (trecento) martinisti italiani. Nello stesso tempo gettava discredito sul conte Zasio (Artephius) con quell’arte che lo distingue in imprese del genere, sì che il fratello Hermete stimava opportuno prendere dei contatti più precisi. Per vincere gli ulteriori scrupoli del fratello Hermete, il Philalettes gli faceva inoltre intravedere la possibilità che la successione di Marco Egidio Allegri (Flamelicus) (il Gran Maestro del Martinismo italiano) spettava al Superiore Incognito Orthrus (…). In tal modo egli veniva nominato Commissario in Italia della Camera di direzione degli Ordini Martinisti e incaricato di organizzare un Convento Martinista in Italia (…). Al Convento parteciparono: Hermete ed Anassimandro per l’Ordine Martinista degli Eletti Cohen; Mercurius (Brunelli) quale rappresentante personale del defunto barone Giuliani; Philalettes e Orthrus.
Hermete, Anassimandro e Mercurius (Brunelli) erano completamente ignari delle manovre poste in atto da Philalettes per allontanare i Martinisti da quel Convento organizzato proprio per riunirli. Al Convento Philalettes sostenne la tesi che il legittimo successore di M.E. Allegri (Flamelicus) alla testa del Martinismo Italiano non era Zasio (Artephius), ma Orthrus stesso (2) (…). La Camera di direzione degli Ordini Martinisti riconosceva l’Ordine del Philalettes come il legale e legittimo Ordine Martinista e lo accettava nel ramo di Papus mentre restava valido il riconoscimento dell’Ordine Martinista degli Eletti Cohen in Italia (3) con Gran Maestro Krishna Frater. In un secondo momento Orthrus dava le dimissioni da Gran Maestro lasciando come suo successore Philalettes. Lo scopo sembrava raggiunto se alcuni membri dell’Ordine Martinista degli Eletti Cohen, colpiti da alcuni atteggiamenti non corretti, scarsamente fraterni, tanto meno iniziatici non avessero maggiormente indagato sulla reale successione interpellando direttamente il conte Zasio (Artephius). In tal modo veniva posto in evidenza che, effettivamente, Gran Maestro dell’Ordine Martinista allo Zenith di Venezia era ed è tutt’ora l’Ill.mo e Pot.mo fratello Artephius (O.U. Zasio)…” (4).
Ma dagli atti del Convento del dicembre 1958 di Perugia (5) al quale parteciparono – come si è visto – cinque persone, Orthrus dichiarò: “Quando siamo entrati nel 1945, mi pare abbastanza numerosi sotto la direzione del Gran Maestro dell’Ordine M.E. Allegri (Flamelicus) di Venezia, noi sapevamo che già in diverse parti d’Italia esistevano degli elementi che appartenevano all’Ordine; l’Allegri (Flamelicus) era considerato e riconosciuto da tutti come Gran Maestro e lo Zenith di Venezia aveva cominciato a funzionare con certa regolarità, dignità e ordine, quando per l’ingresso di elementi nuovi, eterogenei, non preparati e ambiziosi e con scopi più o meno reconditi si sentì che era venuta a mancare la coesione. Un po’ Allegri (Flamelicus) si era cominciato ad ammalare e si era un po’ ritirato per curarsi e ci fu subito una specie di ribellione. Intanto Allegri (Flamelicus) peggiorava ed era entrato in ospedale per curarsi. Uno dei fratelli maggiori, e cioè Artephius (O.U. Zasio), il conte Ottavio Zasio, ed io ci recavamo spesso a trovarlo prima della sua morte, si può dire che abbiamo raccolto le ultime parole di Allegri (Flamelicus). Io non l’ho visto morire; ma è come se l’avessi visto, poche ore prima e in quella occasione io, in compagnia di Zasio, ho ricevuto il mandato di tenere la segreteria dell’Ordine.

Hermete: Senta, il conte Zasio (Artephius) è stato il successore di Allegri (Flamelicus); in che modo?
Orthrus: Io non posso sapere con precisione perché non ho assistito agli ultimi colloqui avuti con Allegri (Flamelicus) perché pare da quello che han detto Zasio (Artephius) e la vedova di Allegri (Flamelicus) che in quei giorni fosse presente e abbia raccolto qualche eredità non so se verbalmente o in altra maniera.
Hermete: Avete dei documenti?
Orthrus: No, io non ho nessun documento.
Hermete: Zasio (Artephius) ha qualche documento?
Orthrus: potrebbe anche averlo, ma io non lo so”

Da quanto sopra risulta che Orthrus, per sua stessa ammissione, non possedeva alcun documento comprovante ch’egli era il successore di Allegri (Flamelicus), mentre ammetteva di non aver assistito agli ultimi colloqui fra Allegri (Flamelicus) e Artephius (O.U. Zasio) e che questi poteva aver avuto la successione come, del resto, aveva detto la vedova di Allegri (Flamelicus). In realtà, Artephius (O.U. Zasio) – come sappiamo – aveva la successione autografa di Allegri (Flamelicus) e sia Orthrus che Philalettes lo sapevano per averla vista più volte.
Come risulta dalla registrazione (6) si trattò di una autentica estromissione di Artephius (O.U. Zasio), a sua insaputa, e della sua sostituzione con Orthrus, effettuata proditoriamente.
Ai documenti inviati da Mercurius (Brunelli) e di cui si è detto fece poi seguito durante le “trattative” per il rientro dei martinisti sbandati o riunitisi in gruppi spurii alla loro origine, il “breve” del Gran Tribunale (sic) dell’Ordine Martinista degli Eletti Cohen, del 18 ottobre 1961, col quale, dopo una precisa e particolareggiata motivazione, si concludeva con la condanna del: ”frère….. alias Philalettes à la colonne de l’infamie à vie, l’exclu en outre à vie également de l’Ordre Martiniste des Elus-Cohen; le déclare dégradé de tous ses titres et qualités initiatiques, et restitué au Monde profane inférieur » (7).
Il « breve » porta la firma di Aurifer e di Hermete.
Fra l’aprile del 1961 e il dicembre del 1962 si svolsero fra chi scrive e Mercurius (Brunelli), il quale ultimo aveva preso un altro nome iniziatico (Nebo), le trattative per l’unificazione martinista che ebbe luogo nel corso di un Convento organizzato in Ancona nei giorni dal 9 al 12 dicembre. Il Convento si concluse la sera del 12 dicembre 1962 con la firma, da parte dei partecipanti, del seguente protocollo:
“A conclusione di un intenso lavoro preparatorio svoltosi fra i garanti di amicizia dell’Ordine Martinista o degli Eletti Cohen e dell’Ordine Martinista degli Eletti Cohen rispettivamente Aldebaran S.I. e Nebo S.I. I. (Brunelli), si è svolto sulla Collina di Ancona – nei giorni 9, 10, 11, 12 dicembre 1962 – un Convento Martinista italiano al quale hanno partecipato i delegati qualificati dei due Ordini, investiti dei poteri necessari, per addivenire all’unificazione del Martinismo italiano.
“Alla conclusione dei particolareggiati e approfonditi lavori svoltisi alla Gloria di Iod Hé Schin Vau Hé e sotto gli auspici del Filosofo Incognito Nostro Venerato Maestro, il Convento, in perfetta intesa ed unità di spirito e di sentimenti, ha preso atto delle documentazioni presentate e ampiamente illustrate; ha deciso di realizzare l’auspicata unificazione del Martinismo italiano rifacendosi alle fonti tradizionali della linea di Papus trasmesse e mantenute in Italia senza interruzione attraverso Sinesius (Sacchi), Flamelicus (Allegri), Artephius (Zasio), secondo la dichiarazione di principio così enunciata: “L’Ordine Martinista ha per scopo il perfezionamento e l’elevazione spirituale, per mezzo dello studio, della conoscenza e della realizzazione della tradizione iniziatica; combatte con tutte le sue forze l’ateismo e il materialismo e, in collegamento con le altre fratellanze iniziatiche, combatte l’ignoranza e dà al simbolismo la grandissima importanza che gli compete in tutte le serie iniziazioni. Non si occupa di politica e tanto meno di questioni di ordine religioso. Si informa alla tolleranza sui metodi di studio.
“I martinisti dell’Ordine Martinista degli Eletti Cohen, riconosciuto che in Italia l’unica e autentica filiazione Martinista è quella rappresentata dalla Grande Montagna sedente allo Zenith di Venezia decidono di reinserirsi nella catena tradizionale del Martinismo italiano che assume il titolo di Ordine Martinista.
“Si formula il voto che, raggiunta felicemente l’auspicata unità in campo nazionale, si possa realizzare del pari la riunificazione degli Ordini Martinisti di tutto il mondo.
“Per l’applicazione pratica del presente protocollo, si rimanda agli annessi protocolli aggiuntivi.

 

Aldebaran S.I.
Nebo S.I.
Altair S.I. Nitya S.I.
Vega S.I. Sirius S.I.
Manas S.I. Felix S.I.
Aloysius S.I. Emmanuel S.I.
Ambros S.I. Melkior S.I.
Hermete S.I.
In pleno vidimus
Artephius (O.U. Zasio) S.I.”8 (8)

1 – L’indicazione è errata: Banti fu iniziato da Allegri (Flamelicus) nel 1922. La filiazione esatta è Papus, Sacchi, Allegri (Flamelicus) e successivi.
2 – Dagli atti del Convento si evincono dichiarazioni diverse.
3 – Tale Ordine era rappresentato dall’ex gruppo Silentium di Roma.
4 – Il documento è rappresentato da una “Nota sul Martinismo in Italia, inviata da Mercurius (Brunelli) ad Artephius (O.U. Zasio) (A.O.M. Fondo Philalettes e Fondo Convento Ancona).
5 – Registrazione a magnetofono, trascritto a macchina, delle dichiarazioni e conversazioni svoltesi al cosiddetto Convento di Perugia del dicembre 1958, inviata da Mercurius (Brunelli) a Zasio (Artephius).
6 – Archivio e Fondo citato – A pag. 10 e seguenti della registrazione risulta la estromissione di Zasio (Artephius), effettuata a Udine a sua insaputa da tre persone arbitrariamente riunitesi in Supremo Consiglio.
7 – Archivio citato – Fondo Philalettes: Decisioni del Tribunale dell’Ordine Martinista degli Eletti Cohen.
8 – Archivio O.M. Fondo Ancona: Di fianco ai nomi iniziatici figurano i nomi profani dei firmatari. Artephius (O.U. Zasio) firmò “in pleno vidimus” come Gran Maestro, per approvazione.

* I contenuti del presente capitolo sono stati estrapolati dal libro “Tutti gli uomini del Martinismo” Edizioni Atanor - Roma